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giovedì 22 dicembre 2011

Buon Natale da P. Pierino in Egitto

Santo Natale 2011
con le parole del Sommo Pontefice nel Messaggio per la Pace
in Italiano, inglese e arabo
il mio Augurio con richiesta di preghiere reciproche
P.Pierino Landonio
Chiesa Cattolica di Asswan




Buon Natale da P. Ivo nelle Filippine

Con l'avvicinarsi delle festivita' natalizie mi e' gradito fare giungere a
te e a tutto il gruppo missionario i miei piu' cordiali auguri di un Santo
Natale e di un Lieto Anno Nuovo.
Con gratitudine,
P. Ivo

Buon Natale da Sr. Bibiana in Uganda - Kotido

How are you all? I am fine in Uganda now we are begining the dry season hot and dry very windy.May the Peace ,Joy and Love of this Christmas fill your hearts and the New year 2012 brings you all good health and success in all that you  have planned to do in the new year.Best wishes to all the families in Castellanza and special greetings to the Parish Priest.May God Bless you all.Thank you.

Come state? Io sto bene in Uganda, ora siamo nella stagione secca, calda e ventosa. Possa la Pace, la Gioia e l'Amore del Natale riempire i Vostri cuori ed il nuovo Anno 2012 porti a voi tutta la salute ed il successo in tutto quello che avete pianificato di fare nel nuovo anno.
I migliori auguri a tutte le famiglie in Castellanza e saluti speciali ai Sacerdoti.
Possa Dio benedirvi.
Grazie

Sr. Bibiana Anena LSMIG
Diocesan Health Coordinator
Kotido Catholic Diocese,
Health Services Department,
P. O. Box 55, Kotido.
Email:  dhckotido@ucmb.co.ug

martedì 13 dicembre 2011

Auguri di Natale da Padre GianBattista Moroni

Lusaka, 26/11/11
NATALE A LUSAKA

Carissimi amici,
E’ ormai tre mesi e mezzo che sono rientrato in Africa dopo la parentesi italiana in vista del nuovo impegno nella formazione dei futuri missionari comboniani qui a Lusaka, capitale dello Zambia. Mi scuso del ritardo con cui mi faccio vivo soprattutto con qualcuno che non sono riuscito a contattare quando ero in Italia. Ma come potete immaginare questo tempo per me è stato davvero molto intenso dovendomi inserire nel nuovo ambiente e lavoro.
Mi trovo nel noviziato comboniano di lingua inglese, uno dei due che abbiamo nell’ Africa anglofona (ce ne son altri due francofoni).
Con me c’è un altro confratello che condivide l’impegno formativo e poi altri due missionari anziani. I novizi invece all’inizio dell’anno scolastico, cioè a fine agosto, erano sedici e purtroppo ora sono scesi a quindici: uno di loro ci ha già lasciati proprio in questi giorni. Fa parte del ‘gioco’ nel senso che il cammino formativo ha come primo obbiettivo l’aiutare il giovane a capire se la vita missionaria è la sua vera vocazione. Non c’è quindi da meravigliarsi se ci sono degli abbandoni. E’ chiaro che dispiace sempre perdere un potenziale missionario ma è meglio che questo accada ora piuttosto che più avanti o peggio dopo l’ordinazione. In questi ultimi anni purtroppo abbiamo avuto molti di questi ultimi casi qui in Africa e quindi ora vorremmo evitare il ripetersi di tali evenienze. Si sa che essendo un continente che si è affacciato solo di recente alla vita della chiesa e della missione non ci sono ancora quelle basi solide che garantiscono la tenuta e la qualità delle vocazioni. Se a questo si unisce la povertà e la mancanza di prospettive di lavoro per i giovani si può capire come molti tentino anche la strada della vita missionaria in congregazioni religiose internazionali, come quella comboniana, dove le opportunità sono più numerose. Quindi si tratta di andare avanti con fiducia sì, ma anche con tanta prudenza e pazienza. Vi chiedo una preghiera speciale perché, da buon seguace di Comboni, queste virtù non mi manchino, soprattutto nei momenti di delusione per i magri risultati che alla fine dei due anni del cammino si possono raccogliere (l’anno scorso per esempio hanno concluso in 12 su un totale di 23 che aveva iniziato).
Il lavoro formativo consiste nel dare catechesi giornaliere ai novizi e poi nel colloquio personale con ciascuno di loro una volta la settimana. Personalmente poi sono anche l’economo della comunità e quindi devo tenere i conti e andare a fare la spesa in città. Quest’ultimo compito mi porta via parecchio tempo perché le strade sono più o meno quelle di 30 anni fa quando, novello missionario, ero sbarcato qui dall’Italia per imparare la lingua. Le auto invece sono aumentate parecchio e quindi vi lascio immaginare il traffico caotico, specialmente nelle ore di punta, quando per fare dieci km ci si impiega anche 80 minuti. Oggi per esempio sono stato fortunato: sono andato in città mentre c’era un forte temporale e varie strade si eranoo allagate perché manca una serie rete fognaria. Io sono riuscito a tornare prima che la mia strada si allagasse. Mentre il mio confratello è rientrato con un grosso ritardo a causa di alcune macchine che si erano bloccate in mezzo alla strada e impedivano il passaggio.
Una cosa bella è il fine settimana perché andiamo ad aiutare in qualche parrocchia della città. Qui mi sembra di tornare a Chipata e alla vita missionaria di prima, più libera e varia rispetto al seminario. La lingua locale di Chipata è anche una delle due più parlate in città e quindi, aggiunta all’inglese, mi permette di comunicare più o meno con tutti. Per cui tutto sommato mi sembra di poter dire che mi sento valorizzato al meglio.
In breve, questo è tutto qui da Lusaka. Concludo questa mia con il mio augurio più bello e affettuoso a ciascuno di voi e ai vostri cari per il S. Natale. Che Gesù vi porti in regalo i doni prezioso della pace e della gioia di sapere che da quando Dio, per amore, si è fatto come uno di noi la nostra vita ha ricevuto una luce, una speranza, un senso che ci permette di sopportare e di vincere le prove, le delusioni, lo scoraggiamento che a volte ci prende guardando alla storia tribolata dell’umanità con occhi semplicemente umani.
A tutti il mio fraterno abbraccio e il mio riconoscente ricordo nella preghiera per il bene che volete a me e alla missione.

p. Gian Battista
Comboni Missionaries
Per offerte: CCP. 10740371 Causale: per P. Moroni G. Battista. Zambia
P.O.Box 327423 – Lusaka Procura Missionari Comboniani
Tel. 00260/211-266686; cell. 00260/974070923 V.lo Pozzo, 1 – 37129 VERONA

lunedì 28 novembre 2011

Burundi, uccisa suora croata e volontario italiano

Una suora croata, madre Lukrecija Mamic, e un volontario italiano, Francesco Bazzani, sono stati uccisi ieri a Kiremba, nel nord-ovest del Burundi. Lo riferisce alla MISNA padre Michele Tognazzi, missionario Fidei donum raggiunto telefonicamente a Kiremba. Un’altra suora, l’italiana Carla Brianza originaria della provincia di Brescia, è stata ferita alle mani ed è fuori pericolo.
“Due uomini armati sono entrati nella casa delle Ancelle della Carità, la congregazione delle due suore, con lo scopo di mettere a segno una rapina – dice alla MISNA padre Michele – hanno subito ucciso la suora croata, quindi si sono impossessati dell’auto e sono fuggiti trascinando a bordo suor Carla e Francesco, volontario dell’associazione Ascom di Legnago, in provincia di Verona”.
A circa otto chilometri dall’ospedale, un complesso all’interno del quale si trova la casa delle Ancelle della carità, i malviventi temendo di essere catturati dalla polizia che li stava inseguendo hanno fermato l’auto e fatto scendere i due ostaggi: “Francesco è stato ucciso a bruciapelo – prosegue padre Michele – suor Carla è riuscita invece ad afferrare con le mani la canna del fucile che gli era stato puntato contro. Un gesto che ha recuperato secondi preziosi e ha contribuito a salvarle la vita, perché a quel punto l’aggressore per liberarsi dalla presa ha usato un coltello colpendole le mani e allontanandosi quindi insieme al complice”.
Le vittime lavoravano all’ospedale di Kiremba che è finanziato dalla diocesi di Brescia. Bazzani si occupava in particolare del settore amministrativo. I malviventi, dicono alla MISNA, sono riusciti a fuggire.
(Fonte MISNA)

venerdì 4 novembre 2011

Padre Gianbattista Moroni ci scrive...


Carissimi,
Come va? Dopo un po’ di silenzio eccomi di nuovo a voi.
Come vedete sono a Lusaka, capitale dello Zambia. Sono arrivato il 10 agosto dopo un buon viaggio. A luglio ero stato in Spagna per l’assemblea formatori comboniana: una faticosa ma ricca esperienza che con il corso di Roma mi permette di iniziare il mio servizio in seminario nel migliore dei modi. Dopo Roma ho cercato di contattarvi e visitarvi: con qualcuno sono riuscito con qualcuno no. O non vi ho trovati al telefono o a casa quando sono passato. Mi è spiaciuto molto ma il tempo a disposizione era poco per cui non ho potuto fare di più. Sono sicuro che capirete.
Come potete immaginare da quando sono arrivato sono stato preso da tante incombenze visto che dovevo sistemarmi e prepararmi per l'inizio dell'anno formativo con le varie conferenze da dare ai novizi. Ci sono 16 giovani provenienti da 6 paesi africani: non male. Stiamo ingranando piano piano. Ogni giorno o quasi sono uscito in città con l’altro padre che è qui con me per commissioni varie così che mi ha mostrato i vari posti dove come economo della comunità mi dovrò districare: negozi, uffici, ambasciate dei paesi da cui provengono i seminaristi, ecc... La burocrazia qui la fa da padrona e bisogna avere una pazienza certosina. Per dirvene una: il mio permesso di lavoro che doveva essere prolungato è più di 7 mesi che è stato inoltrato ed ancora non c’è risposta.Questa sera iniziamo gli esercizi spirituali che ci introdurranno sempre più nel clima e nei contenuti del cammino.
Nel paese l’atmosfera è ‘calda’ perchè tra 2 giorni ci saranno elezioni generali. Speriamo non ci sia brogli e violenze post elettorali.Per il resto è il solito Zambia con la differenza che qui alla capitale c’è una certa classe media e poi una piccola minoranza molto ricca, per cui il contrasto con la povertà della maggioranza è più forte e visibile. La chiesa cerca di fare sentire la sua voce ma più di quello....la corruzione è alle stelle!
Per ora questo è tutto. Un forte abbraccio a te e famiglia.
Uniti nella preghiera. Ciao,
Gian Battista

Diocesi di Maralal - Kenya / Mons. Virgilio Pante

Maralal è una nuova diocesi, il primo suo Vescovo, Mons. VIRGILIO PANTE (Missionario della Consolata - originario di Lamon provincia di Belluno) è stato consacrato il 6 Ottobre 2001.
In questa nuova Diocesi vivono differenti tribù, prevalentemente pastori Nilo-Hamitici. Queste persone hanno vissuto assieme, sposandosi anche tra di loro, per moltissimi anni. Tuttavia dall'inizio degli anni ottanta a tutt'oggi, Samburu, Turkana e Pokot si sono scontrati molte volte rubandosi il bestiame (mucche, capre, pecore e cammelli) e uccidendosi reciprocamente. In queste lotte tribali più di 1.000 persone hanno perso la vita. Come conseguenza le popolazioni hanno abbandonato i villaggi, molte scuole sono state chiuse, missioni spopolate e si è creata una nuova realtà precaria: 'Rifugiati in casa propria'. Questa realtà è una grande sfida per la chiesa cattolica perchè la gente crede che essa è la sola e neutrale forza capace di parlare a tutti con autoritè sulla questione della pace, al di sopra di interessi tribali e politici.

Leggendo la realtà sociale della sua Diocesi, il nuovo Vescovo per il suo stemma ha scelto simboli di pace: un leone sdraiato vicino ad un agnello (Isaia 11), avvolti in un paesaggio kenyota, in cielo una colomba e la stella di Maria, Regina della pace. Sopra lo scudo una croce fra il bastone pastorale e un lkidongoe (scudisco), che rappresenta la sapienza degli anziani; con la scritta: "MINISTERO DI RICONCILIAZIONE" (2 Cor 5:18).

In questo suo servizio pastorale, il Vescovo è coadiuvato da:
- 15 Missionari della Consolata
- 3 Missionari Yarumal
- 4 Fidei Donum (due italiani e due Colombiani)
- 12 preti diocesani Kenyoti locali 

In questo lavoro di evangelizzazione sono coinvolte anche quarantaquattro Suore che appartengono a sette istituti religiosi femminili: Consolata Missionary Sisters, Falmi Sisters, Nirmala Sisters, Franciscan Sisters of St. Joseph, Missionary Sisters of Charity, Mary Immaculate Sisters, Misioneras de Santa Teresita.
E la mano destra dei missionari sono i cento e due catechisti, che conoscono bene la loro gente e soprattutto le lingue locali.

UGALI NA MAJI - PANE e ACQUA

Progetto acqua

Realizzazione di un POZZO per l’acqua in località LODUNGOKWE.
1) pozzo semplice: ricerca, scavo, pompa a mano € 15.000,00
2) pompa a generatore con pannelli solari
€ 30.000,00.
Responsabile del Progetto: Padre JAIRO ALBERTO - Missionario della Consolata - Parroco di Lodungokwe



CARESTIA IN AFRICA - Kenya - Diocesi di Maralal













GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2011




sabato 22 ottobre 2011

Adotta una famiglia

Adotta una famiglia fino al mese di maggio con un contributo mensile di € 10,00.
Se decidi di aderire, ritira presso la bancarella missionaria la "tessera fedeltà".
Ci troverai poi tutte le 3° domeniche del mese fuori dalla chiesa per versare il tuo contributo.
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Il Kenya è uno dei quattro paesi in Africa Orientale colpiti oggi dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni a causa delle scarse precipitazioni verificatesi nel corso delle ultime due stagioni delle piogge.
La Diocesi Wamba il cui Vescovo, Mons. Virgilio Pante, ha più volte visitato la nostra Comunità, copre un’area di 20.809 Kmq in un ambiente semi-desertico.
La popolazione è di circa 175.000: composta da gruppi etnici dediti alla pastorizia non ancora
entrata in schemi moderni di allevamento. Per questo il pascolo è condizionato dalle piogge, e non avendo altre risorse idriche naturali, quando arriva la siccità due terzi del bestiame viene perso.

lunedì 17 ottobre 2011

Ucciso un sacerdote italiano

"Forse dava fastidio a qualcuno"
Padre Fausto Tentorio, parroco di Arakan, aveva appena finito la messa e stava entrando in auto per recarsi a un incontro di religiosi. I missionari: "Era molto conosciuto e apprezzato, lavorava in una zona di emarginati, musulmani, tribali. Forse aveva schiacciato i piedi a qualcuno". Nel 2003 era sfuggito a un attentato

SHANGHAI - Un sacerdote italiano è stato ucciso oggi nella sua chiesa sull'isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Padre Fausto Tentorio, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) e parroco della città di Arakan, nella provincia di Nord Cotabato, è stato assassinato da un uomo armato di pistola nella sua casa intorno alle 8:45. Non si conoscono ancora i motivi dell'omicidio.

Padre Tentorio, 59 anni, da oltre 32 nelle Filippine, forniva assistenza alle tribù indigene dei Lumad. Il sacerdote è stato ucciso all'uscita dalla casa parrocchiale di Akaran, nella diocesi di Kidapawan. Stava per andare a Kidapawan a un incontro con altri esponenti del clero locale quando un uomo, con il volto coperto da un casco, si è avvicinato e lo ha ucciso a colpi di pistola prima di fuggire e raggiungere un complice che lo aspettava in moto. Il corpo di padre Fausto è stato portato all'ospedale di Antipas già privo di vita. Nelle prossime ore la salma verrà riportata molto probabilmente ad Arkan dove sarà allestita la camera ardente.

"Non abbiamo idea di quale possa essere il movente", dice un funzionario governativo all'agenzia locale Mindanews. "Non abbiamo parole, non riusciamo a spiegarci quanto successo. Padre Tentorio era molto amato dai suoi, forse troppo e questo probabilmente ha dato fastidio a qualcuno", conferma all'ANSA padre Giulio Mariani, missionario Pime, responsabile del centro missionario


di Zamboanga, sede regionale del Pontificio istituto missioni estere. "Al momento - ha detto al telefono padre Mariani - non abbiamo molte informazioni. Sappiamo che padre Tentorio aveva appena finito la messa e stava entrando nella sua auto quando è stato colpito. I fedeli che si trovavano nel convento hanno sentito gli spari e sono usciti subito, hanno visto un uomo con un casco scappare verso una moto. Loro stessi lo hanno portato all'ospedale più vicino".

Mariani non ha notizie circa i motivi del gesto. "Padre Tentorio era tenuto in grande conto da tutti i fedeli, ha sempre lavorato nella zona piena di emarginati, tribali filippini, musulmani. Era molto apprezzato. Forse ha schiacciato i piedi a qualcuno, non sappiamo ancora. Nel 2003 - continua Mariani - era sfuggito ad un tentativo di omicidio. Da più di 30 anni in quel posto faceva un lavoro magnifico". Il sacerdote era stato affettuosamente soprannominato "il tribale", tanto si era immedesimato con i Lumad, imparando la loro lingua e vestendo alla loro maniera.

L'omicidio di padre Tentorio non è il primo che si verifica nell'area. Negli anni, altri due missionari del Pime sono stati uccisi: padre Tullio Favali fu ucciso a Tulunan da un gruppo di guardie private armate nel 1985 e padre Salvatore Carzedda venne ammazzato a Zamboanga nel 1992. A Mindanao sono stati rapiti nel 1998 padre Luciano Benedetti e nel 2007 padre Giancarlo Bossi.


di Zamboanga, sede regionale del Pontificio istituto missioni estere. "Al momento - ha detto al telefono padre Mariani - non abbiamo molte informazioni. Sappiamo che padre Tentorio aveva appena finito la messa e stava entrando nella sua auto quando è stato colpito. I fedeli che si trovavano nel convento hanno sentito gli spari e sono usciti subito, hanno visto un uomo con un casco scappare verso una moto. Loro stessi lo hanno portato all'ospedale più vicino".

Mariani non ha notizie circa i motivi del gesto. "Padre Tentorio era tenuto in grande conto da tutti i fedeli, ha sempre lavorato nella zona piena di emarginati, tribali filippini, musulmani. Era molto apprezzato. Forse ha schiacciato i piedi a qualcuno, non sappiamo ancora. Nel 2003 - continua Mariani - era sfuggito ad un tentativo di omicidio. Da più di 30 anni in quel posto faceva un lavoro magnifico". Il sacerdote era stato affettuosamente soprannominato "il tribale", tanto si era immedesimato con i Lumad, imparando la loro lingua e vestendo alla loro maniera.

L'omicidio di padre Tentorio non è il primo che si verifica nell'area. Negli anni, altri due missionari del Pime sono stati uccisi: padre Tullio Favali fu ucciso a Tulunan da un gruppo di guardie private armate nel 1985 e padre Salvatore Carzedda venne ammazzato a Zamboanga nel 1992. A Mindanao sono stati rapiti nel 1998 padre Luciano Benedetti e nel 2007 padre Giancarlo Bossi.